Catturare le emozioni, raccontare la quarantena attraverso uno schermo, grazie alla connessione, ma con l’occhio sull’obiettivo della sua macchina fotografica.
Salvo Giuffrida è un ritrattista, ha scelto la fotografia come si fa con una compagna di vita e durante questa quarantena ha deciso di raccontare la realtà con una nuova esperienza.
Ritratti si, ma attraverso lo schermo del suo pc, un collegamento su Skype e la sua macchina fotografica.
«E’ nato tutto per caso, quasi come una provocazione- ci spiega Salvo – alla fine è stata un’esperienza profonda e di ricerca. Ho fatto una storia su Instagram dove proponevo ritratti online. E’ una cosa complicatissima perchè bisogna gestire l’inquadratura e dare direttive al soggetto, ma soprattutto bisogna avere una connessione stabile. Questo metodo non potrà mai sostituire il mio modo di fare ritratti, ma ho imparato molto».
Ricerca e sperimentazione, due elementi che non possono mancare nella fotografia di Salvo Giuffrida.
La fotografia resta una passione e non una scelta professionale, Salvo infatti lavora all’interno di un’azienda catanese e si occupa di intralogistica, anche se nella sua vita la macchina fotografica ha un ruolo fondamentale:
«Non sono fotografo di professione. Il mio amore per la fotografia è nato nel 2011.
Mi piace raccontare gli altri attraverso i ritratti. Provo una profonda empatia per le persone e a volte mi piace far scoprire ai miei soggetti delle verità che non riescono a vedere da soli. Far uscire le emozioni dalle immagini è il mio principale obiettivo.
E’ forse per questo che dopo un’attenta analisi interiore ho deciso di fare altro e mantenere la fotografia come una passione.
Voglio essere libero di fotografare, non voglio imposizioni, né considerarlo un lavoro».
La fotografia come evoluzione e cambiamento, ma anche come scoperta e conoscenza dell’altro.
Cosi come è accaduto con “Ritratti in Quarantena“dove Salvo ha incontrato- grazie al web- un centinaio di persone:
«Non mi sono posto nessun limite. Ho fotografato coppie, bambini, anziani, famiglie allargate, ho conosciuto queste persone attraverso una video chiamata e mi sono immerso anche nelle loro storie molto interessanti. Ho incontrato un’attrice che si è trovata completamente sola nel bel mezzo di un trasloco in una casa a Napoli senza libri da leggere, né tv da guardare; ho ritratto amici miei all’estero intrappolati in una dimensione diversa e una casa nuova. Ho visto la tenerezza attraverso gli occhi di un padre e di suo figlio; ho incontrato la solitudine e la mancanza della persona amata».
Salvo Giuffrida fa una scelta tecnica per raccontare questa nuova esperienza attraverso il colore e il formato delle fotografie:
« Il mio è un progetto univoco. Ho utilizzato il bianco e nero e un formato quadrato, una scelta determinata da diverse cose. Volevo uniformare tutto il lavoro perchè si tratta di 100 case diverse, con 100 luci diverse e non volevo fosse dispersivo.
Il bianco e nero poi enfatizza le emozioni e ti consente di concentrarti sull’intensità dello scatto».
Una sperimentazione nata da una nuova esigenza, un nuovo modo di lavorare che mette a dura prova i fotografi in questa fase complicata.
Salvo Giuffrida però ha le idee chiare e nonostante la Pandemia guarda al futuro con positività: «Il mio modo di raccontare e di fotografare non cambierà perchè io sono in continua evoluzione. L’uomo ha memoria corta, torneremo ad essere quello che siamo sempre stati con la stessa corsa verso gli obiettivi».
“Ritratti in Quarantena” è già un successo, da pochi giorni anche su carta, grazie al periodico “Paesi Etnei Oggi“ diretto da Fernando Massimo Adonia che ha deciso come noi di raccontare la bella iniziativa.